Sul Monte Alto (1819 m), una delle cime principali delle Madonie, si trova un santuario dedicato alla Madonna. Si tratta di una struttura abbastanza grande ma tutto sommato ben inserita nel contesto, essendo realizzata interamente in pietra (vedi foto sopra).

Il santuario è raggiungibile da due sentieri di montagna e da una strada carrabile che parte poco fuori l’abitato di Petralia Sottana, il comune più vicino. Di recente, proprio il comune ha iniziato a parlare di un possibile rifacimento di questa strada per “migliorare l’accesso” al santuario.

I mezzi di stampa parlano di “pellegrini e visitatori costretti ad ‘arrampicarsi’ in condizioni assolutamente precarie,” come se il luogo non fosse già adesso raggiungibile con i mezzi a motore. Forse sarebbe più normale se non lo fosse. D’altronde, un pellegrinaggio non deve comportare qualche sforzo? Altrimenti che pellegrinaggio è?

La stragrande maggioranza delle visite al santuario avvengono durante la prima quindicina di agosto, fino alla giornata di ferragosto, quando viene celebrata una festa solenne in occasione dell’Assunzione di Maria.

Purtroppo, visto come sono gestite le montagne siciliane, appena si sentono frasi come “migliorare l’accesso” bisogna preoccuparsi, soprattutto quando parliamo di una strada che può essere percorsa dalle macchine. La zona di Monte Alto è molto bella dal punto di vista paesaggistico, soprattutto per la presenza di formazioni calcaree che le donano un aspetto “dolomitico” e di boschi di faggio tra i più alti sulle Madonie.

Il sindaco di Petralia, Pietro Polito, parla di “rendere agevole l’accesso,” ed è proprio l’aggettivo “agevole” a essere preoccupante. Agevole per chi? E per cosa?  Fortunatamente, il sindaco ha anche dichiarato quanto segue: “E’ pur vero che, naturalmente, il santuario deve rimanere il luogo di spiritualità che mantiene grazie anche alla sua posizione. Dobbiamo fare in modo che la strada sia utile, ma senza stravolgerne il senso. Una strada che possa permettere grossissimi flussi potrebbe stravolgere la natura del luogo e un continuo accesso porterebbe ad un cambio di fruizione del santuario stesso.”

Possiamo solo sperare che queste intenzioni prevalgano in sede di progettazione dei lavori. Realisticamente, l’unico modo per proteggere la natura del luogo è quella di mettere un cancello all’inizio della strada per consentire l’accesso ai veicoli a motore solo durante certi periodi dell’anno. D’altronde il santuario è quasi sempre chiuso, quindi non c’è motivo di permettere a chiunque di salire in macchina.