Alcuni soggetti istituzionali e organizzazioni della società civile hanno organizzato quattro incontri per discutere di unire i due parchi regionali delle Madonie e dei Nebrodi in un unico parco nazionale.

Tra i partecipanti al primo incontro, che si è tenuto a Castelbuono, era presente il WWF Sicilia. Legambiente Sicilia, che era stata invitata, ha deciso di non partecipare. Le motivazioni di questa scelta, riportate dai media, sono ampiamente condivisibili:

L’Associazione è uno dei pochi soggetti che da anni si impegna affinché si istituiscano i parchi nazionali in Sicilia. A partire dall’istituzione del Parco nazionale dell’Etna, il più grande vulcano attivo d’Europa e uno dei pochi siti Unesco individuati per motivi naturalistici … a dare compiuta attuazione alla Legge n. 222 del 29/11/2007 con l’immediata istituzione del Parco Nazionale degli Iblei (definito da mesi) e successivamente di quelli delle Eolie e delle Egadi, già previsti da oltre 15 anni dal legislatore nazionale.

È sicuramente vero che se le Madonie e i Nebrodi fossero un parco nazionale riceverebbero molti più finanziamenti (dal governo nazionale anziché da quello regionale), ma come continua Legambiente, gli incontri in questione sembrano legati “non a caratteri di valutazione tecnica bensì a logiche di contingenza politica”.

A tal proposito, sembra difficile pensare di unire Madonie e Nebrodi in un unico parco, visto che tra le due zone ci sono ampi territori dal valore naturalistico alquanto discutibile.

Oltre a questo, sembra assurdo pensare di creare un nuovo parco quando quelli esistenti hanno già tanti problemi di gestione ordinaria: afflussi turistici squilibrati, attività commerciali fuori contesto, mezzi a motore lungo i sentieri, proposte di infrastrutture assurde, abbattimenti di fauna selvatica senza una visione di lungo periodo, e una generale mancanza di progettualità dal punto di vista ecologico.

Di fronte a tutto questo, avrebbe più senso, per chi gestisce i due parchi regionali, lavorare bene su quello che già c’è invece di pensare di creare nuove cose molti più grandi.