Anche se l’autunno è già iniziato da un mese per i meteorologi (per gli astronomi è iniziato solo otto giorni fa), oggi è stata la prima volta che l’ho sentito davvero.

Sono andato a correre a Monte Pellegrino, il promontorio simbolo di Palermo, e dentro la pineta ho percepito tutti gli odori tipici di quel luogo in autunno.

L’umidità della notte non si era ancora dissipata e metteva in risalto il profumo balsamico della resina dei pini. Per me è uno degli odori più buoni che esistono in natura, forse perché è ricco di alpha-pinene, una sostanza che diversi studi hanno dimostrato possiede notevoli proprietà calmanti.

La terra, leggermente bagnata, era più scura di quanto lo sia stata durante tutta l’estate. Nelle zone più ombrose e “fredde” (quelle esposte a nord), alcune rocce erano un po’ scivolose, e ho dovuto fare attenzione a dove mettevo i piedi. Anche la luce era diversa — nitida ma non più accecante.

Pizzo Monaco (sullo sfondo)

Capo Zafferano e Monte Catalfano all’orizzonte

Un altro segno inequivocabile della presenza dell’autunno era la nuova erbetta sul terreno e tra le pietre. In diversi punti, mi sono accorto del contrasto di colori tra gli aghi secchi di pino a terra — tutti marroni — e i primi ciuffi di erba verdissima che spuntavano tra di essi.

Notare come cambiano le stagioni è uno dei modi migliori per mantenere un contatto con la natura, e Monte Pellegrino offre questa possibilità anche all’interno di una città tanto cementificata come Palermo.