Nelle settimane prima della burrasca avevo provato il familiare desiderio di muovermi, di oltrepassare la linea dove cadeva l’ombra dell’inceneritore, l’orizzonte degli eventi del raccordo anulare. E quel giorno, lassù nella coffa, mentre guardavo dall’alto le strade, l’ospedale e i campi, con i boschi imprigionati nel mezzo, sentii l’acuto desiderio di lasciare Cambridge, di raggiungere un posto remoto, dove la luce delle stelle cadesse nitida, dove il vento mi soffiasse addosso dalle sue trentasei direzioni e dove minime o assenti fossero le tracce della presenza umana.

R. Macfarlane, Luoghi Selvaggi, Einaudi