Ieri la Protezione Civile ha diramato un’allerta massima per rischio incendi nella provincia di Palermo. Così, per la prima volta, ci siamo attivati come presidio antincendio su Monte Pellegrino.

Si è trattato più che altro di una prova, visto che il gruppo è ancora in una fase embrionale. Esiste da appena una settimana. Dopo l’ultima assemblea Basta Incendi, ci siamo incontrati con il direttore della riserva di Monte Pellegrino, Giovanni Provinzano, per parlare della possibilità di creare un gruppo di cittadini interessati a presidiare il monte nelle giornate più a rischio. Il direttore ci ha dato dei consigli sulle zone da sorvegliare.

In seguito a questo incontro, abbiamo creato un gruppo WhatsApp per coordinarci meglio e segnalare l’iniziativa a persone di fiducia. Al momento siamo in pochi, ma dobbiamo ancora presentare l’idea all’assemblea e usare il passa-parola per raccogliere adesioni.

Già da alcuni giorni, le previsioni meteo davano un picco di calore e vento da sud per domenica, e come previsto, la Protezione Civile nel pomeriggio di sabato ha diramato un comunicato di massima attenzione per il giorno seguente.

Così ci siamo scritti su WhatsApp e abbiamo visto che tre di noi erano disponibili ad andare a controllare per alcune ore nel pomeriggio.

Quando due di noi sono arrivati nel lato del monte prescelto, hanno trovato che una sorta di discarica abusiva alle pendici del rilievo aveva appena preso fuoco. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco, le guardia forestali e un camion del servizio antincendio boschivo (SAB), che hanno spento il rogo. Per fortuna, in quel momento il vento tirava verso il mare, non verso il monte.

Io mi sono portato da un altro lato del rilievo, dove è presente molta vegetazione secca che potrebbe prendere fuoco.

Ho cercato di capire quali sono i punti più critici in questo senso, soprattutto quali sono le zone che consentirebbero a un eventuale incendio che inizia alle falde del monte di risalire verso la parte alta, dove sono presenti ampie zone boscate.

Sui pianori in cima adesso stanno anche effettuando dei lavori di rimboschimento, che vanno quindi assolutamente preservati dal fuoco.

Mi sono reso conto che la mia presenza quel giorno era del tutto differente dalla normale frequentazione che faccio di Monte Pellegrino. Il mio scopo mi ha spinto a prestare attenzione ad aspetti che di solito non considero minimamente.

Ad esempio, da che lato le falde sono meno ripide e coperte di vetegazione (e quindi accessibili a un incendio) e da che lato sono quasi verticali e di nuda roccia.

Questo aspetto “conoscitivo” è stato interessante, e non previsto. Un’attività come questo presidio antincendio, quindi, può essere utile non solo per il suo scopo pratico, ma anche per l’effetto secondario che può avere in termini di conoscenza e relazione con il territorio.