Oggi in Sicilia più di cento associazioni ambientaliste vecchie e nuove, comitati civici, coordinamenti e semplici cittadini si sono uniti per dare vita a un unico evento diffuso. Lo scopo: dire ai governanti dell’isola che il problema degli incendi dolosi va risolto.

Il flash mob “Faciemu scrusciu” (facciamo rumore) è partito dal post Facebook di una guida escursionistica che denunciava i recenti incendi sui Monti Iblei. In pochi giorni il post ha fatto il giro del web, riportando l’attenzione sulla gravissima questione dei roghi dolosi in Sicilia.

Una vera e propria massa di cittadini indignati dal ripetersi puntuale degli incendi che in soli cinque anni hanno mandato a fuoco quasi 112.000 ettari di bosco e zone limitrofe. Una devastazione senza precedenti, che si unisce al processo di desertificazione già in atto nell’isola e aggrava gli effetti del cambiamento climatico. Per non parlare dei rischi ai cittadini, delle ripercussioni sul turismo e del danno d’immagine.

“Mi sento orgoglioso di aver dato il via a questa mobilitazione—afferma Peppe Carnemolla, la guida da cui è partito tutto—ma la velocità con la quale si è intrecciata una rete regionale è data dalla gravità del problema e soprattutto dalla voglia di cimentarsi, tutti insieme, nella sua risoluzione. Senza le istituzioni, la chiave di volta non può che essere quella dei movimenti. Ci siamo ritrovati in tanti e ci siamo riscoperti forti e coraggiosi, per la nostra terra!”

Il flash mob di oggi è solo l’ultima di una serie di azioni cominciata quattro anni fa con la “Marcia contro gli incendi” nella riserva dello Zingaro e la nascita del Coordinamento Salviamo i Boschi, che ha messo insieme diverse realtà per fare pressione su istituzioni, magistratura, media e società civile. Dopo gli ennesimi incendi allo Zingaro e al bosco della Moarda sono state fatte varie iniziative, tra cui una lettera aperta al Presidente della Regione Nello Musumeci con 20 proposte operative e una raccolta di firme, sottoscritta da più di 43.000 cittadini e cittadine, per chiedere una riforma generale del settore forestale e l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta.

A oggi, però, non è stata data nessuna risposta e non s’intravede nessun cambio di passo. La stagione estiva non è ancora cominciata e già si sono verificati i primi incendi in alcune delle zone di maggior pregio ambientale dell’isola, come la Riserva di Vendicari e le Cave degli Iblei, il tutto mentre la pulizia dei viali tagliafuoco, che dovrebbe concludersi per legge entro il 15 giugno, non è neanche stata avviata.

Per questo oggi decine e decine di gruppi si sono collegate virtualmente in un’unica grande manifestazione, ciascuna nel proprio territorio, nel proprio lembo di bosco bruciato o davanti ai palazzi della politica sorda agli appelli dei cittadini. A unirli, la richiesta di interventi immediati per trovare una soluzione al problema degli incendi, superando l’ottica dell’emergenza e programmando una seria politica di contrasto di medio e lungo termine.

(Tratto dal comunicato stampa)